Intervista all'autore Alessandro Del Gaudio

Intervista all'autore    Alessandro Del Gaudio

 

Altro autore che abbiamo avuto il piacere di conoscere questa settimana è Alessandro Del Gaudio, con il suo libro "Aurora d'Inverno".

 

Carlotta: Ciao Alessandro, qual è stato il tuo primo approccio alla scrittura?

Ciao Carlotta e grazie  per l'ospitalità. La scrittura per me è un impulso, in certi momenti incontrollabile, di raccontare storie che, quasi sempre, scaturiscono dal quotidiano. Anche quando scrivo romanzi di genere fantasy faccio in modo che questa componente non venga meno, curando la psicologia dei personaggi e le situazioni più intime.

 

Mindy: Buongiorno Alessandro, il tuo approccio con le case editrici per la stampa dei tuoi libri? Self published o no?

 Buongiorno. Io credo ancora nel ruolo delle case editrici e fino a ora ho avuto la fortuna di lavorare con alcune, con risultati altalenanti. Solo una volta ho pubblicato in proprio.

 

Carlotta: Di cosa parla il tuo libro? Raccontaci un po' la trama.

Aurora d'Inverno è un epic fantasy che prende le mosse da un semplice viaggio, un ritorno alle origini da parte di Lugo. Il protagonista è un ragazzo poco più che ventenne, che torna nella città di nascita. Durante la sua permanenza è vittima di inspiegabili visioni che lo mettono al centro di un intrigo che vede coinvolti cavalieri neri, lucertoloni antropomorfi, amazzoni e uomini scimmia. Inizierà per Lugo un'avventura che lo condurrà in una terra misteriosa dominata da una potente creatura semidivina alla cui autorità si è sostituito un demone antico. Potrà un ragazzo qualunque, sotto la guida di un cavaliere imbattibile, salvare il mondo?

 

Carlotta: Una domanda difficile: scegli una frase di uno dei tuoi scrittori preferiti. Ha un significato particolare per te?

Più che una frase citerei il titolo di un libro. A volte la magia funziona. È l'autobiografia di Terry Brooks, che racconta dei suoi esordi, degli insuccessi e dello spirito con cui li ha affrontati. Al di là del valore della storia, che ha molto da insegnare, quello che mi piace è l'idea che la magia è in molte cose che vediamo - e questo già ci serve a non perdere mai lo stupore verso quanto ci circonda - ma anche in ciò che facciamo, che può avere degli effetti positivi (e ahimè anche negativi) sugli altri. La scrittura per me ha un grande potere e chi scrive può trasmetterlo agli altri. Ma lo stesso discorso vale per ogni nostra azione, in base all'intenzione con cui la compiamo.

 

Mindy: Quanto c'è di te nei tuoi personaggi? Magari un aspetto del tuo carattere, un difetto, una paura...

In genere il punto di vista preferenziale della storia è quello di un personaggio che ha un po' delle mie debolezze, ma che da esse trae anche i suoi slanci di forza. Il protagonista è il "cittadino qualunque" che vorrebbe essere lasciato tranquillo, ma che sa rendersi utile e ce n'è bisogno, tirando fuori il meglio nelle situazioni complicate e a volte sorprendendo per primo se stesso per i risultati. Questo vale anche per Lugo, protagonista di Aurora d'Inverno, che davvero non immagina che nel suo mondo possano vivere cose straordinarie e pericolose come quelle che si trova ad affrontare.

 

Carlotta: Per quanto riguarda invece i personaggi dei tuoi libri, solitamente la domanda verte sul personaggio principale, invece questa volta vorrei chiederti del tuo antagonista. Quali sono le sue caratteristiche?

In Aurora d'Inverno l'antagonista è il Sindallion, entità angelica che si converte al male tramutandosi in un Djinn. Tra gli antagonisti dei miei romanzi è quello meno definito, una sorta di personificazione del male a capo di tre generali decisamente meglio delineati. Una delle cose che ho cambiato nell'ultima edizione è stato il duello finale in cui il Sindallion esprime il suo potenziale. i suoi tre generali sono creature che si sono convertite al Sindallion e l'hanno scelto come sovrano. Non sono una sua emanazione, ma creature potenti che si sono legate a lui al punto da essere state imprigionate insieme a lui nella prigione chiamata l'Urlo di Jamba.

 

Jessica: Se dovessi dare un consiglio al te stesso di anni fa, quella persona ancora ingenua che ha cominciato a scrivere e ha scelto di buttarsi nel mondo della pubblicazione, cosa gli diresti? Affronteresti quel percorso evitando alcuni errori o li rifaresti tutti?

Ciao Jessica. Penso che la scrittura cresca con te, e che alcune storie scritte a vent'anni oggi non sarebbero possibili, sicuramente lavorerei di più sui personaggi, dando loro spessore, e priverei il testo di fronzoli stilistici che non fanno altro che appesantire la storia. Riguardo a me, mi direi di non correre troppo, mi darei come obiettivo la qualità, perché una delle fortune del non essere famosi è quella di poter scrivere ciò che si sente e non ciò che l'editore t'impone, quindi si ha una grande libertà. Mi darei anche il consiglio di fare tesoro dei rifiuti e delle stroncature, ma di non viverle come un fatto personale.

 

Jessica: Parlando invece dei tuoi libri. Come scegli il titolo di un romanzo? E qual è la parte che trovi più complessa affrontare durante la stesura di un nuovo libro?

Riguardo al fantasy le caratteristiche sono la compresenza del conflitto bene/male o luce/tenebre. Allo stesso tempo scelgo titoli che non qualifichino un romanzo per la sua storia. Non voglio titoli banali, specie nel fantasy, con nomi inventati. Un punto critico della scrittura è l'ausilio di descrizioni afferenti a settori specifici che richiedono un linguaggio tecnico. Lì davvero faccio fatica. Se penso a Kipling in Capitani coraggiosi e al linguaggio nautico o alle migliaia di specie faunistiche elencate da Verne in Ventimila leghe sotto i mari, o ancora a Sapowski e la sua nomenclatura medievale nella saga di Geralt di Rivia... mi viene l'orticaria.

 

Carlotta: Quali sono i tuoi generi letterari preferiti? In che modo si potrebbe dire che hanno influenzato la tua scrittura?

Sicuramente il fantasy mi ha trasmesso la passione per la lettura. Ho iniziato a scrivere cambiando le storie che leggevo. Nell'adolescenza ho quasi completamente cambiato letture approdando a generi più convenzionali di cui ho apprezzato soprattutto l'introspezione dei personaggi.

 

Carlotta: Hai mai pensato di scrivere un romanzo completamente diverso dal fantasy, cimentarti in qualcosa di nuovo?

In realtà sono più i romanzi non fantasy che ho scritto, di cui cinque già pubblicati.

 

Carlotta: Ultima domanda: progetti futuri? Di che cosa tratterà la tua prossima pubblicazione?

Sto rileggendo il dattiloscritto dell'ultimo romanzo della trilogia di Big City, con protagonista un supereroe che deve confrontarsi con il difficile mestiere di crescere dei figli. Al contempo sto scrivendo lo spin-off. E poi ho molte cose nel cassetto.

 

Ringrazio Alessandro per averci dedicato un po' del suo tempo. Avete bisogno di un nuovo libro da leggere? "Aurora d'Inverno" fa sicuramente per voi!